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                      Progetto P.E.R.A., Salvi, Apofruit, Mazzoni, Spreafico, Pempacorer e Zani prendono tempo

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                      Come era prevedibile, in un Paese dove è sempre stato difficile fare vera aggregazione, alcune delle primarie aziende del settore pericolo nazionale hanno deciso di restare alla finestra e non aderire al progetto P.E.R.A. promosso da Apo Conerpo, almeno in questa prima fase. In una nota diffusa il 29 aprile, le sei aziende lamentano la “mancanza di un vero progetto industriale e di marketing”

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      pereApofruit, Salvi, Mazzoni, Spreafico, Granfrutta Zani e Pempacorer per ora dicono “no” al progetto P.E.R.A. (Pericoltori Emiliano Romagnoli Aggregati), coordinato da Luca Granata e promosso da Apo Conerpo. Il dialogo andrà avanti e nulla vieta che si riesca a trovare un accordo nel breve o medio termine. Le sei aziende, attraverso una nota diffusa il 29 aprile, spiegano i motivi della decisione di non partecipare al piano di rilancio e le perplessità al riguardo. Cosa succederà ora? Il progetto andrà avanti, l’assemblea costituente di P.E.R.A. è in calendario per il 6 maggio e da quel momento inizierà la fase operativa di quella che sarà la prima realtà in Italia nel settore pericolo, riuscendo a esprimere, con Fruit Modena Group, Agrintesa e Patfrut, un output pari a 180 mila tonnellate di pere, vale a dire il 25 per cento della produzione italiana, che si attesta a 700 mila tonnellate. Una quota quindi maggiore di quanto Melinda abbia nelle mele (circa il 15 per cento). Non si può dire quindi che il progetto parta in sordina, anzi sarà in grado di spostare gli equilibri del mercato.

                       

                      Progetto P.E.R.A.: potenziale oltre le 400 mila tonnellate. Granata: “Occasione unica”

                       

                      “Condividendo la necessità strategica di aggregare la produzione, al fine di creare valore per gli agricoltori produttori di pere – si legge nella nota – riteniamo che il progetto P.E.R.A. proposto dai tre promotori (Agrintesa, Patfrut, Fruit Modena Group), con il coordinamento di Apo Conerpo, contenga criticità su punti fondamentali che devono essere chiariti al fine di consentire l’ingresso della più ampia platea di aderenti. In particolare si evidenzia la mancanza di un chiaro progetto industriale e di marketing che dia distintività al prodotto e che generi valore”. Le aziende auspicano “il superamento delle rigidità che hanno bloccato i promotori precludendo di fatto ogni nostro tentativo di risoluzione dei punti critici che a tutt’oggi contrassegnano la proposta e si sentono impegnate a contribuire alla costruzione di un progetto condiviso che dia risposte alle necessità del settore e alla soluzione dei nodi che si frappongono alla giusta valorizzazione di un prodotto d’eccellenza del nostro territorio”.

                       

                      Il Gruppo Mazzoni aderisce al progetto PER.A.

                       

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