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                      Pumpkin Spice: tutti pazzi per l’aroma d’autunno con (poca) zucca di Starbucks

                      In Usa il Pumpkin Spice Latte di Starbucks, celebre catena statunitense di caffetterie, è oramai un’istituzione: da anni presenza costante del periodo autunnale Usa – dal 2003 ad oggi se ne sono venduti oltre 600 milioni – il caffellatte aromatizzato grazie ad un mix di spezie e ad un pizzico di zucca, negli anni è diventato un comfort food sinonimo d’autunno, assieme alle foglie secche e ai primi maglioni in lana su Instagram. Una vera e propria mania che, spinta dai social e dalla Gdo, dal caffellatte ha poi finito per espandersi a macchia d’olio ad una moltitudine di prodotti alimentari e non: dalle barrette muesli ai deodoranti aromatizzati. E mentre in Italia proseguono le aperture di Starbucks – l’ultima a fine settembre a Verona – la domanda sorge spontanea: la pumpkin spice conquisterà anche i nostri autunni?

                      di Massimiliano Lollis

                      Pumpkin Spice

                      Il nuovo punto vendita Starbucks di Verona, aperto lo scorso 29 settembre, e la gamma di caffè con pumpkin spice (Copyright: Fm).

                      Con l’autunno arriva puntuale la “Pumpkin spice season”, ovvero quel periodo dell’anno – da fine agosto fino a Natale – in cui nelle caffetterie Starbucks di tutto il mondo viene servito l’oramai celeberrimo Pumpkin Spice Latte: caffelatte aromatizzato grazie ad un sapiente mix di cannella, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata e un piccolo quantitativo di purea di zucca.

                      Lanciato nel 2003 con una lista di ingredienti che della zucca non ne aveva nemmeno un milligrammo, nel 2005 Starbucks – celebre catena di caffetterie Usa con oltre 28mila punti vendita monomarca in 78 Paesi del mondo – decide di aggiungere al Pumpkin Spice Latte la purea di zucca per rabbonire gli amanti degli ingredienti naturali e gli scettici degli aromi artificiali.

                      C’è da dire che la bevanda di Starbucks affonda le sue radici nella storia: l’aroma, infatti, si rifà a quella miscela di spezie (senza zucca) che dà quel tipico gusto leggermente piccante alla pumpkin pie, uno dei dolci della tradizione nordamericana. Il dolce a base di zucca, cucinato tipicamente in occasione del giorno del ringraziamento e a Natale, viene infatti aromatizzato con noce moscata, cannella, chiodi di garofano e zenzero e accompagnato da una generosa quantità di panna montata. La pumpkin spice è quindi una miscela di spezie che di per sé non ha mai contenuto la zucca, anche se nel tempo è finita per diventare un connubio perfetto con la tipica torta alla zucca.

                      Dal dolce al caffè il passo è breve. L’invenzione di Starbucks – che negli anni ha aggiunto alla versione classica calda le varianti fredde – ha creato un vero e proprio mercato, tanto che il caffellatte aromatizzato con zucca è diventato un best seller: dal lancio del 2003 ad oggi, in Usa se ne sono venduti oltre 600 milioni.

                      Una vera e propria mania che, anche grazie ai social network, dal caffè ha poi finito per espandersi a macchia d’olio ad una moltitudine di prodotti alimentari, spinta da una Gdo ansiosa di venire incontro alle esigenze dei più giovani, Gen Z in testa: dalla tradizionale farcitura per torte, ai biscotti; dalle barrette muesli ai croccantini per animali, ma anche birra, ramen e molto, molto altro. 

                      Come scrive, tra gli altri, il Guardian, secondo dati Nielsen IQ aggiornati a luglio 2022, in Usa si sono acquistati oltre 236 milioni di dollari di prodotti alimentari al gusto pumpkin spice, registrando una crescita del 24% sull’anno precedente. E questo solamente per quanto riguarda i prodotti alimentari: in rete abbondano gli articoli, come quello di Usa Today, che dimostrano come in Usa la pumpkin spice stia spadroneggiando anche nel non-food, dalle candele profumate ai deodoranti aromatizzati, alle creme per il corpo.

                      Pumpkin Spice

                      In Usa negli ultimi cinque anni le vendite di prodotti alimentari al gusto pumpkin spice sono aumentate del 47%, raggiungendo quota 236 milioni (dati Nielsen IQ, grafica The Guardian)

                      Stando a quanto si legge su giornali e blog Usa, il successo della pumpkin spice, sull’onda di Starbucks e dei social, pare aver reso la bevanda – e più in generale il mix di spezie – presenza onnipresente e parte integrante del concetto di autunno. “Oggi l’atmosfera legata alla pumpkin spice – scrive con ironia Emily Heil sul The Washington Post – pare semplicemente inevitabile. Come la morte, le tasse e i nuovi album di Taylor Swift, pumpkin spice è oramai parte della condizione umana”.

                      Inevitabilità ulteriormente decretata dal più autorevole dizionario di inglese statunitense al mondo, il Merriam-Webster, che recentemente ha inserito per la prima volta il termine pumpkin spice tra i suoi lemmi.

                      Ora c’è da chiedersi se il fenomeno coinvolgerà anche il nostro Paese. Nonostante per il momento la mania della spezia autunnale sembri circoscritta agli Usa o perlomeno al mondo anglosassone, non è da escludere che questo autunno ci sarà chi, anche in Italia, cadrà vittima del trend autunnale.

                      Ad esempio, proprio in questi giorni ha debuttato in quel di Verona una caffetteria Starbucks: la prima della città e del Veneto. In vetrina è apparso fin da subito un cartellone pubblicitario con la zucca speziata in primo piano. Per il momento orde di giovanissimi si affollano al bancone per ordinare gli iconici beveroni, spesso iper-calorici: per decretare l’avvenuto sbarco in Italia della “zucca” di Starbucks, dopo quella di Halloween, è forse ancora presto.

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