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                      Coronavirus, Lombardia: vendite a +50% per Coop, +100% Esselunga

                      L’allarme coronavirus, scattato nel weekend del 23-24 febbraio, ha portato ad un assalto indiscriminato nelle catene della grande distribuzione da parte della popolazione, con l’obiettivo di fare provviste nel caso di quarantena, soprattutto in Lombardia. A quasi una settimana di distanza si può delineare il quadro della situazione, che ha visto la Gdo registrare un incremento delle vendite del +20% a Piacenza e un +11,9% a Milano, ad esempio (leggi qui). L’Ansa oggi fa sapere che nei 58 punti vendita di Coop Lombardia, l’incremento delle vendite è stato del 50% domenica, mentre Esselunga ha registrato un +100%. Garantiti in poco tempo i rifornimenti, la procura di Milano nel frattempo indaga sul comportamento anomalo avuto dai cittadini davanti a un’emergenza sanitaria e non alimentare e su messaggi allarmistici circolati su Whatsapp

                      Dalla Redazione

                      coronavirus

                      copyright: scattidigusto.it

                      Coronavirus e assalto ai supermercati: i supermercati lombardi hanno visto un raddoppio delle vendite a causa dell’assalto di questi giorni. Le vendite nelle catene della grande distribuzione hanno registrato un aumento vertiginoso a partire dalla domenica del 23 febbraio. Come riporta una nota Ansa, l’assalto ai supermercati nelle catene della grande distribuzione ha portato a un +100% delle vendite per Esselunga, fanno sapere dalla società, e un +50% in Coop. Nei 58 punti vendita di Coop Lombardia, l’incremento è stato del 50% domenica, ha avuto picchi fino al 100% lunedì ed è continuato nei giorni successivi fino ad assestarsi ad una media del 50%.

                      “Rifornimenti di merci garantiti ovunque, magazzini che funzionano a pieno ritmo” e “scorte precauzionali ingenti”: è quanto fa sapere in una nota la Coop che ha rilevato “aumenti fino a un +50% di vendite a Milano e Lombardia e a scalare sul resto del territorio nazionale” e che sottolinea che si sta provvedendo al rifornimento degli articoli maggiormente richiesti (tra questi anche generi alimentari a lunga conservazione oltre a gel disinfettanti e mascherine) “andati rapidamente in esaurimento” anche se rimane difficoltà di approvvigionamento “contando di poterli riavere in assortimento nei prossimi giorni”. Allo stesso modo molte altri gruppi distributivi fanno sapere che non sussiste alcun pericolo di mancati rifornimenti per i loro punti vendita, tra cui VéGé (3.500 supermercati sul territorio nazionale) che, dopo aver rilevato “aumenti del 50% delle vendite, in particolare a Milano e in Lombardia – ha detto l’ad del gruppo Giorgio Santanbrogio – possiamo garantire che non ci saranno aumenti dei prezzi. E presto tutto tornerà normale”.

                      Intanto la procura di Milano indaga sul comportamento anomalo tenuto dai cittadini davanti ad un’emergenza sanitaria e non alimentare come quella del coronavirus. Il focus,  riporta fanpage, è puntato su un audio circolato nelle varie chat di Whatsapp in cui una donna avrebbe istigato la popolazione a “fare le scorte” diffondendo notizie false atte a turbare l’ordine pubblico. In questa nota audio, la donna non ancora identificata avrebbe incitato le persone a recarsi quanto prima possibile a fare la spesa perché Milano di lì a poco sarebbe finita “in quarantena, come mi ha detto la moglie di uno della Regione”.

                      Dopo il primo assalto alle corsie dei supermercati (leggi qui), le grandi marche in questione hanno rassicurato i cittadini sulla mancanza di problemi nell’approvvigionamento dei punti vendita. Gli unici prodotti difficili da trovare sono l’Amuchina e le mascherine. Quest’ultime, però, servirebbero più ai contagiati per non diffondere ulteriormente il virus piuttosto che ai non contagiati per evitare di rimanerne infettati.

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