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                      E-commerce, ricerca svela: la fine del negozio tradizionale è ancora lontana

                      Dopo l’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon, il mondo del commercio alimentare come lo conosciamo oggi sembra segnato. La tendenza che vede le attività online erodere quote di mercato anche alle realtà più consolidate pare essere inarrestabile. Eppure le cose potrebbero andare diversamente. Secondo una ricerca Usa, la stragrande maggioranza dei consumatori americani preferisce ancora fare la spesa in un negozio tradizionale. Ecco perché l’onda lunga dell’e-commerce rischia di essere meno traumatica del previsto

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      L‘e-commerce è il futuro, lo sappiamo. Perfino in Italia, dove l’e-commerce del food & grocery quest’anno vale ben 812 milioni di euro avendo registrato una crescita del 37% (leggi qui). La recente acquisizione milionaria di Whole Foods da parte di Amazon (leggi qui) ha poi permesso a quest’ultima di rafforzarsi ancor più, potendo contare da oggi su un proprio canale “fisico” e non più sulla sola capacità logistica, già sviluppata da tempo a livello planetario. Di fronte a tutto ciò è fin troppo facile immaginare scenari apocalittici nel futuro dei negozi alimentari tradizionali e perfino della Gdo. “Con le consegne lampo a costo sempre più basso di Amazon – si è detto e scritto nelle ultime settimane – il destino dei negozi di alimentari (e del buon vecchio fruttivendolo di quartiere) è senz’altro segnato”. 

                       

                      Quello che ci aspetta, sembrerebbe, è un mondo in cui il negozio tradizionale scompare e dove l’unica interfaccia a collegarci con il mondo reale è una piattaforma informatica. E quel che resta – sia esso il fattorino che ci consegna la spesa in casa, sia esso un drone che plana dolcemente nel nostro giardino con l’articolo ordinato pochi minuti prima – è solo un semplice mezzo per renderci la vita sempre più facile, risparmiandoci il giro dell’isolato per comprare mezzo litro di latte o un sacchetto di mele che nel negozio avremmo potuto toccare e scegliere con attenzione in base alle nostre preferenze. Ma crediamo davvero che la fine del negozio tradizionale sia così imminente e inarrestabile? Un invito alla cautela in questo senso, o perlomeno alla riflessione, ci arriva in questi giorni dagli Usa.

                       

                      Da una ricerca condotta dal centro di ricerca Gallup e riportata in questi giorni dal sito Grocery Headquarters, emergerebbe un dato sorprendente: a fronte della percentuale non trascurabile degli adulti americani che acquista online l’alimentare almeno una volta al mese (9%) e almeno una volta alla settimana (4%), ben l’83% degli intervistati dichiara infatti di preferire i negozi fisici per fare la spesa, almeno una volta alla settimana.

                       

                      Lo studio – condotto su una campione di 1.021 adulti statunitensi intervistati tra il 5 e il 9 luglio scorsi – evidenzia quindi che se da un lato l’e-commerce è di certo appetibile per alcune tipologie di individui, è anche vero che la stragrande maggioranza dei consumatori preferisce ancora acquistare in negozi “in carne ed ossa”. In base a questi dati, l’e-commerce sarebbe quindi solo un’aggiunta allo shopping reale piuttosto che un suo sostituto, anche per coloro che lo apprezzano maggiormente. 

                       

                      Ma qual è il profilo ideale di chi compra online l’alimentare almeno una volta al mese? Si tratta di adulti statunitensi in età 18-29 anni (15%), 30-49 anni (12%) e 50-64 anni (10%). Percentuale che, nel caso di chi ha superato i 65 anni, crolla al 2%. Dal punto di vista geografico invece, gli abitanti della East Coast e, più in generale, i cittadini, sembrano essere leggermente più portati all’acquisto online rispetto a chi vive fuori città. Pare poi assodato che siano gli adulti lavoratori quelli che preferiscono acquistare gli alimenti online (quasi il doppio in più rispetto ai non lavoratori), probabilmente per ragioni di tempo. Il salario non sembra invece essere in nessun modo collegato a questa tendenza.

                       

                      Una tabella di dati della ricerca tratta dal sito web del centro di ricerca Gallup

                      Certamente questi dati non dimostrano che l’e-commerce alimentare sia destinato a fallire, ma di certo ne sottolineano lo stato embrionale. All’interno dello studio, infatti, i ricercatori Frank Newport e Megan Brenan, pur osservando che la maggior parte degli acquisti alimentari avviene ancora in negozi fisici, riconoscono anche l’enorme potenziale di crescita del business del grocery online. 

                       

                      Se da un lato è quindi vero che la tendenza messa in atto da Amazon (e dall’e-commerce in generale) sta erodendo quote di mercato a diverse realtà commerciali di tipo più o meno tradizionale (che in molti casi però si stanno adeguando, reagendo al fenomeno e attivandosi anche sull’online), è anche vero che probabilmente passerà molto tempo prima che il mercato del commercio elettronico possa raggiungere la grandissima maggioranza dei consumatori.

                       

                      Fare la spesa in negozi reali – dove si ha a che fare con carrelli, sacchetti che si rompono, code, ma anche con esseri umani, sensazioni, suoni, colori, luci e profumi – rimane così la scelta ideale per molti di noi. Per il momento il negozio tradizionale può quindi tirare un lungo respiro di sollievo. Preparandosi però ad evolversi per sopravvivere.

                       

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