L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Fiere, Macfrut a quota 40 mila visitatori. Nel 2016 cosa succederà? L’incognita Verona

                      Giorgione Macfrut hp
                      Si è appena conclusa la prima di Macfrut a Rimini: 39 mila visitatori, numero mai raggiunto in precedenza, uno su cinque proveniente da oltre confine, con espositori tutto sommato soddisfatti. Intanto il 22 settembre, giorno in cui si è tenuto un interessante forum pre-Macfrut, Fiera Milano ha annunciato che Fruit Innovation viene rimandata al 2017, mese di maggio, in contemporanea a TuttoFood – proprio come avevamo suggerito noi – e durante la tre giorni di kermesse alcuni rappresentanti di Veronafiere si aggiravano tra gli stand per promuovere la nuova Fruit&Veg System (16-18 marzo). Ma non si diceva di fare sistema?

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      Giorgione Macfrut web

                      Giorgione durante lo show cooking di mercoledì 23 settembre

                      Stiamo parlando con Federica Girotto della Cervati Import Export di Villadose (Rovigo). Ci sta informando che hanno una novità: all’aglio hanno affiancato anche lo zenzero, disponibile tutto l’anno, grazie alle diverse provenienze (Cina, Thailandia, Brasile). Un superfood che va di gran moda, grazie alle indubbie proprietà benefiche. Ci guardiamo intorno. Affianco allo stand – siamo nel padiglione D1 – ci sono aziende di macchinari come Sorma, di quarta gamma come OrtoRomi e La Linea Verde / Dimmidisì, di packaging come Nespak e Ghelfi Ondulati, di produzione, import ed export come Apofruit e RK Growers, specializzate nel biologico come Almaverde Bio, associazioni estere come Agap (Perù), enti di promozione come Alimos. Un bel fritto misto insomma.

                       

                      Partiamo da questo aspetto, su cui il team di Cesena Fiera dovrà lavorare, per dare più ordine all’esposizione e agevolare i visitatori, per dire che la prima di Macfrut a Rimini non è stata una marcia trionfale ma sicuramente un buon inizio, con presenze record – si parla di 39 mila vitatori, uno su cinque proveniente dall’estero – ed espositori tutto sommato soddisfatti, anche se più di uno si è lamentato proprio della scarsa presenza estera. Il quartire fieristico in sé è promosso a pieni voti, anche se la viabilità è penalizzante: ci abbiamo messo un’ora giovedì per fare i cinque chilometri che separano la fiera dal Grand Hotel di Rimini dove Maersk teneva un aperitivo esclusivo – facciamo i migliori auguri a Elena Gavotti che lascia la sede italiana per trasferirsi negli head quarters di Copenhagen – e New Factor intratteneva stampa, clienti e partner con prelibatezze a base di frutta secca.

                       

                       

                      Un appunto sugli alberghi: sono sicuramente a buon mercato ma più da famiglia che non da business man. Rimini poi è difficilmente raggiungibile da chi viene dall’estero. Sì, c’è la fermata del treno, ma manca un aeroporto vicino, a parte Bologna, che comunque non è un hub internazionale. Per un buyer la visita in giornata è poco agevole.  Ma questo non lo scopriamo oggi. Il tema dell’internazionalizzazione è caro anche a Renzo Piraccini, presidente di Macfrut e artefice della sua rinascita. “Questa è stata l’edizione zero del nuovo Macfrut. L’esempio di cosa si potrebbe realizzare, più in grande, se lavorassimo insieme. Ma le cose dobbiamo farle, non dirle. Perché la strada obbligata per il futuro è l’internazionalizzazione”, ha dichiarato a Italiafruit a pochi giorni dalla chiusura della fiera. “Adesso – ha aggiunto – lavorerò per ricompattare il sistema e migliorare ciò che può e deve essere migliorato cercando di volare alto: dobbiamo riprenderci quella leadership che abbiamo sempre avuto, ci siamo stancati della cappa di pessimismo che per anni ha attorniato il settore”.

                       

                      Il riferimento di Piraccini è chiaramente al dualismo che c’è stato quest’anno sulle fiere di settore. Da una parte Milano con Fruit Innovation e dall’altra Rimini con Macfrut. Un dualismo che ha diviso il settore, tanto che numerosi attori di primo piano non hanno partecipato a nessuna delle due manifestazioni o soltanto ad una. A Macfrut ad esempio mancavano i grandi consorzi melicoli del Trentino-Alto Adige così come aziende di primo piano come Spreafico, Battaglio e Francescon. E adesso cosa succederà? Nel 2016 non ci sarà Fruit Innovation, decisione che scaturisce dall’acquisto da parte di Fiera Milano di Ipack-Ima e dalla volontà di affiancarla a TuttoFood, che ci sarà solo nel maggio 2017, essendo rassegna biennale. Questo renderà sicuramente più facili le cose a Macfrut e toglierà qualche stress alle aziende espositrici. Dopo la “cilecca” di Fruit Gourmet Expo, torna invece a proporsi Veronafiere con Fruit&Veg System, questa volta senza l’ausilio di NCX Drahorad, in programma dal 16 al 18 marzo 2016. Va bene che un ente fieristico deve riempire di contenuti le sue strutture, ma in sei mesi non capiamo proprio come possa sperare di farcela.

                       

                      Quello che però il settore si aspetta e quello che potrebbe realmente succedere, è che si arrivi a un’unica grande fiera nazionale, che un anno si terrebbe a Milano in abbinata a TuttoFood e con maggior focus sul fresco, e un anno a Rimini con maggior focus sulle tecnologie, con un’unica organizzazione e un’unica cabina di regia. Sempre che ci sia ancora lo spazio per una fiera di respiro internazionale in Europa, dopo Fruit Logistica (Berlino) e Fruit Attraction (Madrid). Staremo a vedere.

                       

                      Copyright: Fruitbook Magazine