di Eugenio Felice
Dal 6 all’8 febbraio oltre 78.000 operatori di settore provenienti da 135 Paesi hanno incontrato 3.200 espositori di 90 Stati. Sono questi i numeri, sostanzialmente una fotocopia rispetto all’edizione precedente, di Fruit Logistica 2019. Una fiera che ha raggiunto da anni il top, con tutti i padiglioni occupati, una fiera che magari non ha l’allegria della più giovane e calda Fruit Attraction, ma che non ha eguali quanto a rappresentatività del settore ortofrutta, con una presenza veramente mondiale e un elevatissimo grado di apprezzamento: il 90 percento degli espositori si è dichiarato soddisfatto dei risultati ottenuti con la partecipazione alla fiera. Invitiamo a leggere l’interessante Trend Report 2019 che può essere scaricamento gratuitamente a questo link. La prossima edizione si svolgerà da mercoledì 5 a venerdì 7 febbraio 2020.
Come più di qualcuno ci ha fatto notare, quella 2019 non è stata una fiera particolarmente ricca di novità, almeno a livello di prodotti e varietà. Si confermano le tendenze degli ultimi anni. Sugli scudi il biologico, che vede, per quanto riguarda l’Italia, la nascita del progetto Made in Nature e del marchio biodinamico Verdèa legato ad Apofruit e Canova. Si conferma l’attenzione per le lineee premium, un segmento che piace sempre di più a retailer e consumatori, che permette di dare profondità all’assortimento e di valorizzare le eccellenze, uscendo dalle logiche di prezzo. Citiamo in proposito la linea 3moretti Premium lanciata proprio a Fruit Logistica 2019. In generale, si alza sempre di più il livello qualitativo richiesto, anche sulle linee basiche “da prezzo”.
Quella appena conclusa la potremmo definire l’edizione dove per la prima volta c’è piena consapevolezza del ruolo del packaging nelle decisioni di acquisto dei consumatori. Con una ricerca “nervosa” di soluzioni sostenibili e possibilmente plastic free. Sull’argomento potete leggere (clicca qui) il pensiero di Alberto Maso, direttore vendite Italia packaging ortofrutta di Nespak. A testimonianza di questa attenzione, ha fatto il tutto esautiro la conferenza stampa di presentazione del progetto italiano Zeropack, con bioplastiche che usano come materia prima gli scarti agricoli. Ancora: diverse le novità legate alle confezioni 100% carta e meccanizzabili, come quelle presentate da Frutmac e da Jasa, o le soluzioni che usano meno plastica, come i rinnovati Sormabag.
L’Italia si conferma protagonista a Fruit Logistica, almeno nel numero di espositori e visitatori. Una primato dovuto più alla parcellizzazione del nostro tessuto produttivo che non al reale peso del nostro Paese nel commercio mondiale di ortofrutta. Un peso, che potremmo anche chiamare competitività, messo sempre più a dura prova dagli altri Paesi fornitori di ortofrutta e dall’incapacità delle nostre pubbliche amministrazioni. Positivo il debutto del terzo padiglione italiano, l’Italian Fruit Village, che ha occupato e animato il padiglione 7.2A con numerose attività e aziende del Sud di primo piano. Per concludere, alla quattordicesima edizione arriva il primo successo italiano al Fruit Logistica Innovation Award, con Oriental Red di Jingold, il kiwi rosso dal gusto esotico.
Copyright: Fruitbook Magazine