di Eugenio Felice
1) 40 mila visitatori, nel 2020 erano stati 72 mila, nel 2019 erano stati 78 mila. “Quest’anno la fiera è andata bene così. L’importante era ripartire“. Questo il commento che abbiamo raccolto presso uno stand italiano a Fruit Logistica, la più grande fiera al mondo del settore ortofrutta, che a causa del Covid-19 è stata posticipata da febbraio ad aprile. Uno stand ridotto nelle dimensioni, quello dove abbiamo raccolto il commento, normalmente era da oltre 100 mila euro. Il downsizing è stato generalizzato: visitatori quasi dimezzati; meno espositori, circa 2.000 nel 2022 contro i 3.300 del 2020, e stand mediamente più piccoli. Interi padiglioni erano privi di esposizione, come il 6.2, dove era presente solo un ristorante. Gli stand italiani sono stati 332 contro i 545 dell’edizione 2020 (-40%). Tanti i big assenti, tra cui il più grande di tutti, il Gruppo Orsero.
Il giudizio generale degli operatori, sia espositori che visitatori, è stato comunque positivo: le aspettative erano piuttosto basse, tra pandemia da Covid-19, Ramadan nei Paesi di lingua araba (dal 1 aprile al 1 maggio), guerra in Ucraina, globalizzazione sulla via del tramonto a causa di costi di trasporto ed energetici alle stelle. Così Andrea Peviani, direttore commerciale di Peviani Spa: “L’ottimismo e la fiducia nelle nostre capacità ci hanno spinto a partecipare a questa edizione 2022 con uno stand più grande e con la nostra squadra commerciale quasi al completo. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare i nostri clienti internazionali e i nostri fornitori dell’Emisfero Sud, condividendo con loro i nostri obiettivi a breve e lungo termine. Siamo contenti dei risultati ottenuti, siamo soddisfatti dell’esito della nostra partecipazione”.
2) Sostenibilità al centro? Sì, ma quella economica. “La grande distribuzione è venuta in fiera affamata di risposte”, ci ha riferito Massimiliano Persico, responsabile marketing di Carton Pack, azienda leader nel packaging alimentare – con una grande specializzazione su quello ortofrutticolo – che a Fruit Logistica ha confermato nel 2022 l’area espositiva, al contrario di altre aziende sue competitor. “La grande distribuzione ha capito, così come le centrali ortofrutticole, che devono rivolgersi a dei tecnici per avere delle risposte, in questo periodo in cui la materia prima viene a mancare o ha prezzi molto elevati. È inutile decidere di puntare su un determinato imballaggio se poi questo ha costi esagerati o le sue componenti non si trovano. Si rischia di prendere una strada sbagliata. In questo periodo, la plastica si dimostra ancora la scelta più sostenibile dal punto di vista economico”.
“Oggi scarseggia di tutto, i costi sono alti e i tempi di approvvigionamento lunghi”, continua Massimiliano Persico di Carton Pack, che da poco ha trovato un nuovo partner nella londinese A&M Capital Partners, sempre sotto la sapiente guida della famiglia Leone. “Per la carta, oggi ci vogliono dai 4 ai 6 mesi, quindi chi fa la campagna estiva è necessario che ordini adesso tutto l’imballaggio altrimenti rischia di restare senza. Carta che è aumentata di prezzo in modo maggiore rispetto alla plastica. Da marzo 2021 a marzo 2022 parliamo di prezzi a +35-40% per la plastica, di prezzi a +55-60% per la carta. Sono considerazioni da fare in un periodo di inflazione tornata a livelli che non si toccavano dagli anni ’90 e con bollette energetiche che hanno ridotto in modo significativo la capacità d’acquisto delle persone”. Carton Pack propone sia imballaggi in plastica – tra cui il Social Plastic – che in carta.
3) Berlino Covid-free? Ha lasciato un po’ perplessi gli operatori del settore la decisione di non rendere obbligatoria la mascherina all’interno dei padiglioni espositivi di Fruit Logistica 2022. Ancora tanti i casi in Germania, pochi i casi a Berlino: questa la spiegazione data dagli organizzatori. Peccato che la quasi totalità di espositori e visitatori venisse da fuori Berlino. Quindi cosa è successo? Quasi nessuno nella tre giorni di fiera ha indossato la mascherina, pur “raccomandata”. Però qualcuno il Covid-19 se lo è preso, in fiera, e lo ha portato a casa. Del resto la storia del Covid-19 è fatta di chiaroscuri e proprio nei giorni di fiera, il microbiologo Crisanti sosteneva che “la mascherina non basta più, il virus è diventato troppo contagioso”. Se fosse così, in fiera si sarebbero contagiati tutti. Diciamo che oggi il Covid-19 è derubricato a virus influenzale, dai sintomi blandi.
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