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                      Glifosato, L’UE proroga la licenza d’uso per altri 5 anni. Contraria l’Italia

                      Gli Stati membri dell’UE  riuniti in Comitato d’appello hanno autorizzato l’uso del contestato erbicida brevettato dalla  Monsanto, il più diffuso in agricoltura, per altri 5 anni. L’istituto antitumore mondiale lo ritiene “probabilmente nocivo”, non così EFSA, l’autorità UE per la sicurezza alimentare. I pareri si dividono, Italia e Francia prima del voto erano i baluardi della linea più rigida, quella che voleva la totale eliminazione del glifosato. Coldiretti  sottolinea che gli effetti del decreto del Ministero della Salute, in vigore dal 22 agosto del 2016, non vengono in ogni caso modificati: l’erbicida resta vietato nelle aree frequentate dalla popolazione, “ma anche in campagna in pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      L’Unione Europea ha votato sì al del rinnovo dell’autorizzazione per l’utilizzo glifosato per altri cinque anni. Decisivo durante il Comitato Comitato d’appello che si è tenuto lunedì 27 novembre è stato il voto positivo della Germania, che ha sbloccato l’impasse delle precedenti consultazioni, quando il governo di Berlino si era astenuto. A favore si sono espressi 18 paesi, 9 contrari, 1 astenuto. “Il voto di oggi dimostra che quando tutti vogliamo, siamo in grado di condividere e accettare la responsabilità collettiva nel processo decisionale”, ha detto il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis, come sottolinea un articolo sul Corriere.it.

                       

                       

                      Il glifosato, brevettato dalla Monsanto, è l’erbicida attualmente più utilizzato in agricoltura: sulla sua tossicità si sono per mesi scontrati gli esperti. Già nel 2015 l’IARC (International agency for research on cancer), l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, si era espressa sulla pericolosità di questo principio attivo, definendolo probabile cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo. Contrario il parere dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che invece ritiene improbabile che possa costituire un rischio per la salute dell’uomo (leggi qui), almeno nelle quantità in cui oggi lo ritroviamo negli alimenti che finiscono sulle nostre tavole.

                       

                      Ora la commissione europea dovrà dare la risposta definitiva entro il 15 dicembre, data in cui scadrà la licenza per l’uso del prodotto chimico. Prima del voto del 27 novembre, le posizioni di partenza erano molto incerte: l’ipotesi ritenuta più probabile era di autorizzare l’uso della sostanza chimica solo per altri tre anni. Una linea della fermezza che era capeggiata da Italia e Francia. Il nostro Paese già adotta disciplinari produttivi che limitano l’uso del glifosato a soglie inferiori del 25% rispetto a quelle definite in Europa, “al fine di portare all’utilizzo zero del glifosato entro il 2020”, ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina. «L’Italia, insieme alla Francia, ha votato contro la proroga dei 5 anni. Noi eravamo per una soluzione più rapida di uscita dal glifosato, ma in ogni caso metteremo in campo tutte le misure atte a salvaguardare la salute e la sicurezza dei nostri cittadini”, gli ha fatto eco il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

                       

                      Se per Slow Food il voto a favore dell’Unione Europea rappresenta “una catastrofe ambientale ed ecologica” – “Sono decisioni di questo tipo che allontanano i cittadini dall’Europa”, chiosa il presidente Carlo Petrini – Coldiretti sottolinea che gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 non vengono in ogni caso modificati dalla decisione dell’UE di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo dell’erbicida. “In Italia – sottolinea l’associazione di categoria – resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”.

                       

                      “L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo che – sottolinea Coldiretti – le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada, dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”.

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