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                      Infarm sbarca in Usa: vertical farm a “centimetro zero” in due store Kroger

                      Infarm, startup berlinese del vertical farming già partner di oltre 25 retailer mondiali fra cui big come  Edeka, Marks & Spencer, Metro e Amazon Fresh, da questa settimana è presente con i suoi sistemi modulari all’interno di due punti vendita della catena Kroger nello stato di Washington, Usa. Il debutto oltreoceano di Infarm vedrà entro aprile l’installazione di altre farm in 13 punti vendita Kroger tra gli stati di Washington e Oregon, con la coltivazione “indoor” di lattuga, cavolo nero, coriandolo e prezzemolo “a centimetro zero”. Tutti da acquistare – freschissimi – direttamente nel punto vendita dove vengono prodotti

                      di Valentina Bonazza

                      Infarm Kroger

                      I due punti vendita Kroger sono i primi negli Stati Uniti a sperimentare la soluzione Infarm. Kroger, catena statunitense che gestisce quasi 2.500 negozi di alimentari in 31 stati con circa due dozzine di marchi, sta testando l’idea nell’area settentrionale della West Coast , nell’ottica di espandere il progetto ad altri 13 punti vendita negli stati di Washington e Oregon entro aprile.

                      “Quello del vertical farming è un mercato divertente e innovativo – ha spiegato Kelli McGannon, rappresentante dei “Quality Food Center” di Kroger a The Seattle Times -. È anche un luogo dove i residenti vogliono avere accesso a prodotti freschi a prezzi accessibili, e sono preoccupati per l’ambiente”. Da quando Kroger ha presentato a inizio novembre la nuova immagine con il restyling del logo e modificato il suo slogan in “Fresh for everyone” (Fresco per tutti), la linea è stata adottata immediatamente da tutti i negozi della catena. “Come usciamo da quel mare di monotonia? – è questa la domanda che si sono posti da Kroger, riferisce McGannon – Cerchiamo sempre di trovare modi per rimanere rilevanti”.

                      Per Infarm si tratta della prima partnership negli Stati Uniti, ma la startup berlinese ha già fornito centinaia di supermercati e ristoranti di tutto il mondo con le sue vertical farm modulari, che offrono verdure freschissime.

                      Come riporta Fresh Fruit Portal, secondo la vicepresidente del gruppo Kroger per i prodotti freschi Suzy Monford, l’obiettivo di fornire ai clienti alimenti freschi e a prezzi accessibili è alla base di questa partnership. A Bellevue e Kirkland, nello stato di Washington, dove sorgono i primi due punti vendita Kroger che vedono installati i sistemi modulari Infarm, i clienti possono ora acquistare lattuga della varietà crystal (nota come Crystal Lettuce), cavolo nero toscano, coriandolo e prezzemolo a “centimetro zero”. Prodotti che necessitano di poche cure, al massimo una o due volte alla settimana.

                      Infarm Kroger

                      L’orto in-store di Infarm nel punto vendita Auchan in Lussemburgo (Foto: pagina Facebook di Infarm)

                      Come funziona il sistema Infarm? Il tutto si basa su  piattaforme in cloud: tecnologia  IoT, raccolta e gestione dei big data e cloud analytics in un’ottica simile a quella del “Farming-as-a-Service”. Questo significa che – come si legge su Tech Crunch – queste vertical farm possono essere vigilate a distanza dalla centrale di controllo Infarm, che ne monitora anche l’illuminazione, il pH e la temperatura, per creare le condizioni ottimali a far crescere gustosa e sana ogni tipologia di pianta, ovunque si trovino i moduli di orto “in-store”. Una caratteristica distintiva di Infarm è quindi il suo sistema modulare, progettato per essere ampliato all’infinito (basta aggiungere più moduli), spazio permettendo. Le piante vengono così portate dai vivai, dove crescono per alcuni giorni, alle stazioni idroponiche modulari nei negozi vicini.

                      Come riporta ancora Tech Crunch, l’azienda berlinese Infarm – fondata nel 2013 da Osnat Michaeli e dai fratelli Erez e Guy Galonska – ha come obiettivo l’azzeramento della distanza tra produttore e consumatore e la ristrutturazione del concetto stesso di supply chain in funzione sostenibile grazie alla presenza delle sue vertical farm all’interno di luoghi ad alta frequentazione come negozi, ristoranti e centri commerciali. Il risultato sono prodotti freschi e sani a “centimetro zero”.

                      L’azienda berlinese è già ben consolidata: con più di 500 aziende agricole distribuite sui territori, lavora in partnership con più di 25 catene livello internazionale, tra cui Edeka e Amazon Fresh in Germania, Marks & Spencer nel Regno Unito e Metro in Francia (leggi qui). Le sue stazioni di orto “in-store” coltivano una grande varietà di erbe e verdure a foglia verde, tra cui prezzemolo, cavolo nero toscano, lattuga e menta peruviana, ma si può estendere anche ad altre tipologie di verdura, erbe aromatiche e frutta.

                      Perché Kroger? Come riporta Bloombergs, il legame di Kroger con Infarm avviene in un periodo di forte crescita per questa tipologia di prodotti. Negli Stati Uniti, le vendite di erbe aromatiche fresche e spezie sono aumentate del 6% all’anno, mentre le verdure a foglia sono aumentate del 9%, secondo i dati Nielsen. Ciò coincide anche con l’aumento degli investimenti in metodi di coltivazione innovativi. Secondo AgFunder, le startup di vertical farming hanno ricevuto 140 milioni in venture funding solo nella prima metà del 2019, a fronte dei 4,5 milioni di dollari ricevuti nel 2013. Infarm, da parte sua, ha raccolto 100 milioni di dollari in un round di finanziamenti a giugno 2019. Kroger invece è reduce da un periodo di performance di vendite poco soddisfacenti, causato da un cambiamento delle abitudini di consumo degli americani, che si allontanano dai metodi tradizionali per virare sulle app di home delivery o delle ricette pronte (meal kit).

                      Ecco così che Kroger spera di attirare nuovi clienti con la sua proposta “eco-compatibile”. Una mossa che si inserisce in una visione più ampia per questa tradizionale catena americana, seconda solo a Walmart, che punta a migliorare il fatturato ampliando la sua offerta di prodotti freschi, rafforzando al contempo la sua credibilità ambientale. Un approccio che riflette anche le preferenze dei consumatori per i prodotti freschi e biologici, come dichiarato da Suzy Monford, vicepresidente del gruppo Kroger per i prodotti freschi, all’agenzia Bloomberg: “Stiamo cercando di diminuire i vari passaggi della supply chain, che diventa così più economicamente sostenibile a vantaggio dei consumatori. Sappiamo che il cibo fresco spinge gli acquisti ed è un vero elemento di differenziazione.” Come riporta anche un comunicato stampa dell’azienda, la partnership di Kroger con Infarm si inserisce nel piano di investimenti dell’azienda americana Zero Hunger | Zero Waste, che mira a porre fine alla fame nelle comunità locali e ad eliminare i rifiuti in tutta l’azienda entro il 2025.

                      Infarm Kroger

                      Photo credit: doyouremember.com

                      Il boom dell’agricoltura urbana a livello globale. L’azione di Kroger rispecchia una tendenza globale ben avviata: sono molte le aziende che ricercano sempre nuovi metodi per attirare clienti e conquistarsi una nicchia. Come riporta Bloomberg, la start-up Square Roots con sede a Brooklyn, che costruisce orti urbani indoor all’interno di container riadattati, ha recentemente annunciato una nuova partnership con Gordon Food Service: i container verranno installati nella sua sede di Grand Rapids, nel Michigan. Un altro esempio oramai celebre è quello di Gotham Greens, tra i pionieri degli orti urbani indoor (leggi qui) con base a Brooklyn e sei sedi distaccate a New York e Chicago, tra cui una anche sul tetto di un Whole Foods. Poi c’è Plenty, la startup di vertical farming che nel 2017 ha raccolto 200 milioni di dollari in finanziamenti da aziende del calibro di Amazon, e recentemente ha annunciato di voler aprire un’altra sede produttiva – delle dimensioni di un campo da calcio – a Compton, California.

                      Così, mentre i modelli di coltivazione di indoor farming possono differenziarsi ed evolversi in mille declinazioni, il concetto base rimane lo stesso: coltivare il cibo più vicino possibile ai punti vendita urbani, nei microclimi controllati dal computer, per diminuire drasticamente i trasporti, l’utilizzo di acqua, pesticidi, fertilizzanti e i relativi problemi di sicurezza alimentare, se ce ne sono. Il tutto offrendo più durata di conservazione, più sapore e una migliore esperienza gustativa.

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