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                      Eurospin, busta da 200 grammi di insalata mista in vendita a 0,79 centesimi (copyright: Fm)

                      Sono finite le aste elettroniche di Eurospin sulle insalate in busta per fissare i prezzi di fornitura dei prossimi 12 mesi. Aste che si sono protratte per alcuni giorni e che hanno riguardato tra le 15 e le 20 referenze dell’assortimento Foglia Verde, la marca di fantasia creata da Eurospin per insalate e ortaggi pronti al consumo. Parliamo di commesse da milioni di pezzi. Le aste hanno riguardato diverse società operative del gruppo che in Italia conta oltre 1.150 punti vendita. Di queste aste ha parlato anche Internazionale nell’articolo pubblicato il 30 marzo 2020 dal titolo “Le aste dei discount nelle settimane della pandemia“. Nell’articolo si parla di una partita di buste da 200 grammi di insalata mista con base d’asta di 48 centesimi e aggiudicata a poco più di 30 centesimi. È un caso limite ovviamente. Per diverse partite sono stati fissati prezzi in linea con quelli stabiliti con altri gruppi distributivi. Però così non va. E la filiera produttiva chiede di ripartire dai costi di produzione. Perché dietro un prezzo troppo basso, si nasconde uno sfruttamento

                      di Eugenio Felice

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                      Eurospin, busta da 200 grammi di insalata mista in vendita il 06-04-2020 a 79 centesimi (copyright: Fm)

                      Non è la prima volta che Internazionale si occupa delle aste di Eurospin sui prodotti agroalimentari. Era successo nel luglio del 2018, quando l’articolo “I discount mettono all’asta l’agricoltura italiana” a firma Stefano Liberti e Fabio Ciconte squarciò il silenzio nelle coscienze degli italiani su una delle pratiche più discusse degli ultimi anni per gli approvvigionamenti della grande distribuzione organizzata: le aste elettroniche al doppio ribasso che portano a prezzi sotto ai costi di produzione. Ne seguì un’ampia riflessione nel mondo politico e della distribuzione moderna che sfociò nel ddl approvato dalla Camera il 27 giugno 2019 che vieta le aste al doppio ribasso. Decreto che però, ad oggi, quasi un anno dopo, non è ancora passato dal Senato. È sostanzialmente incagliato. Anche noi ci eravamo occupati dell’argomento, in particolare delle aste sulle banane imposte da Eurospin.

                      Basta aste elettroniche al doppio ribasso. L’esposizione mediatica, per il gruppo distributivo della Spesa Intelligente, ha comunque avuto un effetto. Le aste sono sempre elettroniche, ma come specificato da Eurospin a Internazionale: “Dalla metà dello scorso anno – quindi proprio da quando è stato approvato il ddl alla Camera – l’insegna non fa più uso di aste al doppio ribasso, aste a rilancio, aste al buio e di qualsiasi altro strumento che preveda rilanci telematici in diretta, sui prodotti alimentari”. Eurospin nella nota inviata a Internazionale ha anche specificato che: “Lo strumento telematico consente di assicurare l’assoluta trasparenza, equità e tracciabilità del processo”. Sempre Eurospin in una nota aveva dichiarato nel 2018, quando scoppiò il caso: “Le aste online possono mettere in difficoltà alcuni operatori, produttori o agricoltori, ma noi dobbiamo fare l’interesse del consumatore”.

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                      Il volantino Eurospin dal 30 marzo all’11 aprile 2020

                      Ma torniamo alle aste di Eurospin sulle insalate in busta. Sì, perché Internazionale parla nei titoli di entrambi gli articoli (n.b.: oltre il 90% degli utenti della rete si ferma a quello) di “discount” ma nei fatti chi fa da anni aste elettroniche “spinte” nel settore agroalimentare è Eurospin, non altri gruppi discount di peso in Italia, come Lidl e MD.  Eurospin costituisce un caso estremo, sui generis. Non per niente dalle nostre indagini per arrivare ai premi Top Fresh Retailer, l’universo Eurospin non si è mai guadagnato le preferenze dei fornitori, al contrario di altri discount. Le aste elettroniche sulle insalate in busta di Eurospin hanno riguardato alcune piattaforme o società operative, in particolare del centro e sud Italia. Vi hanno partecipato praticamente tutti i maggiori player italiani del comparto quarta gamma. Hanno riguardato dalle 15 alle 20 referenze della marca privata Foglia Verde, la marca di fantasia creata da Eurospin per insalate e ortaggi pronti al consumo.

                      Punta dell’iceberg. Internazionale parla di buste di insalate mista da 200 grammi partite da una base d’asta di 48 centesimi e aggiudicate a poco più di 30 centesimi. Il 6 aprile 2020, come riportato nel volantino, nei punti vendita le stesse buste erano in vendita a 79 centesimi. Ci risulta essere il prezzo più basso d’Italia per 200 grammi di insalata mista pronta al consumo. Quello che evidenzia Internazionale è un caso estremo, nel senso che le aste sono state molteplici e in alcuni casi, stando a quanto abbiamo appreso, i prezzi raggiunti sono stati addirittura più alti rispetto a quelli fissati con altri gruppi della grande distribuzione. Che, pur non arrivando a fare aste elettroniche, fanno comunque istruttorie per fissare i prezzi dei prodotti a marchio in cui si mettono in competizione di prezzo sia i fornitori abituali che nuovi possibili fornitori. Se Eurospin rappresenta simbolicamente lo squalo, non è che le altre insegne che operano in Italia siano il pesce pagliaccio.

                      La pandemia in corso da Covid-19 ci auguriamo che si porti via gli eccessi cui il consumo è arrivato. Dai vestiti prodotti chissà dove, in vendita da Primark a 4,99 euro, alle insalate in busta da 200 grammi a 79 centesimi in vendita da Eurospin. Conosciamo tutti lo squilibrio nelle forze in gioco tra distribuzione moderna e fornitori di prodotti agroalimentari. Davide contro Golia. C’è un microcosmo dai confini sfumati di produttori, confezionatori e commercianti di ortofrutta che da 25 anni, da quando cioè la GDO ha preso progressivamente il sopravvento nella distribuzione di generi di largo consumo, subiscono il prezzo stabilito dai loro clienti. Ma attenzione. Come qualcuno ha commentato: “Eurospin sta diventando il capro espiatorio di un sistema nebuloso“. È il momento di rivedere profondamente le dinamiche di acquisto nei confronti del settore “primario”: debole, delicato e parcellizzato, bisognoso sì di controllo, ma anche di protezione e tutela.

                      Come rivedere il sistema? La risposta viaggia nell’aria e nella rete da diverso tempo. Ecco quanto scrive su LinkedIn Salvatore Garofalo, responsabile ortofrutta di Tatò Paride Spa, gruppo distributivo pugliese dell’orbita di Coop Alleanza 3.0: “Tutto tremendamente non a fuoco: il prezzo di acquisto delle insalate in busta deve necessariamente tutelare e tener conto del costo di produzione dal quale partire per arrivare a un’offerta che soddisfi tutta la filiera. Le attività di sciacallaggio commerciale della distribuzione vanno vietate come va vietato fare offerte sottocosto da parte dei fornitori, che non sempre sono anche produttori. La produzione andrebbe al contrario motivata e indirizzata verso una maggiore qualità in termini gustativi e di sostenibilità”. Infine, un invito agli italiani: diffidate dei prezzi troppo bassi. Nascondono uno sfruttamento. O, come dice una delle mie figlie: “Costa così poco? Allora è di cattiva qualità, non la voglio”.

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