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                      L’EFSA “assolve” la frutta ai pesticidi. Molte associazioni contrariate

                      A seguito della pubblicazione di un rapporto EFSA, sullo studio dei rischi per la salute umana da esposizione cumulativa a multi-residuo di pesticidi per via alimentare, molte associazioni ambientaliste e del biologico hanno affermato come questi risultati “siano solo un esercizio matematico-statistico che si basa su modelli lacunosi in cui si è ricercato solo quello che a priori era prevedibile non trovare, senza invece indagare su ciò che la comunità scientifica da tempo segnala”. Infatti, il report è giunto alla conclusione che da tale esposizione cumulativa a multi residuo di pesticidi non vi sarebbero conseguenze negative su alcuni effetti cronici sulla tiroide e su due effetti acuti nel Sistema Nervoso Centrale, gli unici indagati. Multi-residui che in Italia sono in aumento: sono infatti presenti più di un pesticida nel 40% dei campioni di frutta e nel 15% delle verdure, con un massimo di 9 diversi pesticidi nelle fragole e 6 nell’uva da tavola

                      Dalla Redazione

                      peticidi

                      Copyright: R.Matthews, Pixabay

                      Lo studio dell’EFSA (l’agenzia europea che si occupa della sicurezza alimentare), condotto in collaborazione con l’Istituto Olandese della Nutrizione, dal titolo Cumulative dietary risk characterisation of pesticides that have chronic effects on the thyroid”, affronta un problema di cruciale importanza per la salute pubblica, data la presenza di residui di uno o più pesticidi nel 40,6% degli alimenti, come riportato da EFSA in un report del 2018,  in cui però non si faceva distinzione fra multi-residuo e singolo residuo. Dagli ultimi controlli eseguiti in Italia, il multi-residuo è in aumento: sono presenti più di un pesticida nel 40% dei campioni di frutta e nel 15% delle verdure, con un massimo di 9 diversi pesticidi nelle fragole e 6 nell’uva da tavola.

                      Le associazioni ISDE, WWF, Legambiente, FederBio, Slow Food, Apab, Aiab, Lipu e Pro Natura ritengono però che “Questo report dell’EFSA, non pubblicato su alcuna rivista scientifica ma solo sui canali ufficiali EFSA, sia solo un esercizio di tipo matematico-statistico, costruito su un modello gravemente lacunoso – scrivono in un comunicato congiunto le associazioni -, in cui si è ricercato solo quello che a priori era prevedibile non trovare, senza invece indagare su ciò che la comunità scientifica da tempo segnala”. Per le associazioni il report di EFSA è “un grande castello di carta, le cui rassicuranti conclusioni non possono essere in alcun modo condivise. Esistono, infatti, numerose criticità – sostengono – sia di ordine generale che metodologico” che sono state evidenziate nel documento di analisi prodotto dalle stesse associazioni ambientaliste: considerazioni sul report EFSA “Cumulative dietary risk characterisation of pesticides that have chronic effects on the thyroid”.

                      In questo documento di analisi redatto dalle associazioni in merito allo studio Efsa, si evidenzia, tra le criticità, la limitazione dello studio sull’effetto dei pesticidi solo sull’alimentazione, non tenendo in considerazione che un individuo è esposto ai pesticidi non solo per via alimentare, ma anche per esposizione residenziale e lavorativa: “Elementi di cui si dovrebbe tenere conto. Inoltre hanno monitorato solo alcune patologie della tiroide: ipotiroidismo, ipertrofia a cellule C, iperplasia, neoplasie, mentre non sono state considerate le tiroiditi e non è chiaro se sia stato valutato il cancro maligno della tiroide”.

                      “Il report appare, più che uno studio finalizzato a tutelare la salute pubblica, un maldestro tentativo di assoluzione dei pesticidi e dell’attuale modello agricolo dipendente dalle sostanze chimiche di sintesi – dichiarano le associazioni – . La presenza di multi-residuo negli alimenti rappresenta un problema di grande rilievo per la salute pubblica ed è fonte di preoccupazione nella comunità scientifica e nella società civile, specie per gli effetti sulle componenti più sensibili della popolazione come i bambini, anche perché si assiste a un aumento della percentuale di campioni con multi-residuo e del numero dei pesticidi presenti”.

                      Le associazioni evidenziano inoltre che “la letteratura dispone ormai di consolidate conoscenze che attestano i vantaggi per la salute derivanti da una alimentazione biologica il cui incremento comporta riduzione nella incidenza di infertilità, malformazioni, allergie, otite media, ipertensione in gravidanza, sindrome metabolica, elevato indice di massa corporea, linfomi non Hodgkin. La salute dell’uomo non si può disgiungere da quella degli ecosistemi del Pianeta e sempre più si afferma, anche nel mondo accademico un modello agricolo che rigetta l’uso della chimica e si fonda su un paradigma completamente diverso, quello dell’agricoltura biologica che è l’implementazione pratica dei principi dell’agroecologia”.

                      “In definitiva – scrivono nel comunicato congiunto le associazioni – con questo report, l’EFSA, ha perso una buona occasione per recuperare credibilità e riconquistare la fiducia dei cittadini europei, valori già pesantemente offuscati dalla vicenda glifosato e dai pesanti conflitti d’interesse che hanno caratterizzato il percorso autorizzativo dell’erbicida per il suo utilizzo fino al 2022″.

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