Di Massimiliano Lollis
In Australia quattro dei più grandi produttori di patate del Paese vogliono trasformare il 100% dei loro rifiuti organici in profitto grazie alla loro collaborazione con il centro Fight Food Waste Cooperative Research Centre (CRC) e l’Università di Adelaide. Come si legge sul sito del centro di ricerca, nel corso dei prossimi tre anni i produttori The Mitolo Group, Zerella Fresh, Thomas Foods International Fresh Produce e The South Australian Potato Company, assieme all’ateneo australiano e all’associazione di categoria Potatoes South Australia Inc, investiranno circa un milione di dollari in ricerca e sviluppo per salvare dal macero fino a 100 mila tonnellate di patate all’anno.
Alla guida del progetto c’è il docente Vincent Bulone dell’Università di Adelaide e membro del centro di ricerca per l’analisi dei carboidrati complessi, Adelaide Glycomics. “Grazie alla sua versatilità, l’amido di patata può essere utilizzato per diversi scopi – spiega Bulone -. Per esempio, le ricerche esistenti suggeriscono che gli amidi meno digeribili nelle patate, i cosiddetti “amidi resistenti“, possono essere usati per produrre integratori prebiotici superiori che aiutano a prevenire le infezioni. Un altro componente noto dell’amido può essere utilizzato per progettare alimenti a basso indice glicemico, e le bucce delle patate stesse contengono bioattivi che possono essere utilizzati per una serie di prodotti commerciali come i nutraceutici“, dice Bulone.
L’amministratrice delegata di Potatoes South Australia Robbie Davis è convinta che questa sia una fantastica opportunità per l’Australia, in particolare per il South Australia, che nel Paese è l’area dove si concentra la produzione maggiore di patate. “Fino al 40% delle nostre patate finiscono al macero – spiega – perché non possiedono i requisiti richiesti dalla grande distribuzione. Allo stesso tempo, l’Australia importa 20 mila tonnellate di amido di patate all’anno: è assurdo non fare qualcosa per utilizzare questa enorme quantità di patate, anche per altri scopi”.
Un grande focus di questo progetto è il potenziale sviluppo di un’industria australiana dell’amido di patate, che fornirebbe un profitto aggiuntivo ai produttori di patate australiani; potenzialmente 1.000 dollari a tonnellata per l’amido estratto, contro i 10 dollari (al massimo) a tonnellata che ogni azienda in genere ricava vendendo i suoi scarti. “L’amido di patate è usato ampiamente nell’industria alimentare, così come per la produzione di bioplastiche, imballaggi, rivestimenti e adesivi. Il nostro obiettivo – spiega Davis – non è solo ricavarlo dagli scarti, ma utilizzare perfino gli scarti degli scarti, per cui anche una volta che avremo ricavato l’amido, ci saranno ulteriori opportunità di utilizzare gli scarti residui di questa prima fase”.
Steven Lapidge, Ceo di Fight Food Waste CRC, è entusiasta del progetto e vede la partnership tra tutti i produttori di patate come un grande esempio di ciò che i centri di ricerca australiani possono realizzare. “Qui stiamo cercando di sviluppare nuovi prodotti a partire dall’attuale situazione dei rifiuti nell’industria della patata: questi – sottolinea Lapidge – potranno assicurare ai produttori di patate un profitto aggiuntivo sia attraverso l’export che sul mercato interno“.
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