di Massimiliano Lollis
Far piacere alcuni alimenti ai più piccoli non è sempre facile. Già diverse volte abbiamo avuto l’occasione di osservare come realtà della Gdo e della produzione nell’ambito ortofrutta stiano sperimentando packaging innovativi e soluzioni accattivanti per attirare i bambini, come gli ortaggi di Lidl Uk con nomi di fantasia e confezioni colorate (leggi qui).
C’è però chi ha pensato di andare ben oltre. È il caso di alcuni ricercatori dell’Università di Foggia che, guidati dalla prof.ssa Carla Severini, hanno osservato come utilizzare la stampa 3D per trasformare frutta e verdura in snack dalla forma simpatica aumenti di gran lunga il gradimento da parte dei più piccoli.
Nel corso dell’esperimento – al centro di uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Food Engineering e ripreso in questi giorni dalla stampa britannica – i ricercatori hanno prima di tutto creato una miscela di banana, fagioli, funghi e latte. Poi, grazie a un computer e a una stampante 3D, hanno provveduto a trasformare la miscela in uno snack a forma di simpatico polpo colorato, che hanno poi servito ad alcuni bambini delle scuole primarie. “Lo snack stampato in 3D – ha spiegato la prof.ssa Severini al giornale The Times – conteneva ingredienti fonte di ferro, calcio e vitamina D. Alcuni di questi ingredienti di solito non vengono apprezzati dai bambini, ma nella forma di un polpo colorato l’effetto è ben diverso”. E a quanto pare i bambini avrebbero gradito molto.
Si tratta indubbiamente di un meccanismo che funziona anche nel mondo degli adulti, seppur con strategie differenti. Come hanno dimostrato recentemente alcune ricerche, l’aspetto di un cibo e la modalità anche verbale con cui ci viene presentato possono spingerci a scegliere un cibo piuttosto di un altro (leggi qui). Per questo le applicazioni future dell’esperimento messo in atto dal team di Foggia possono essere diverse: “Stiamo facendo ricerca – continua la prof.ssa Severini – anche sugli snack “stampati” a base di insetti, che pur essendo molto ricchi dal punto di vista proteico in genere vengono ancora rifiutati nel mondo occidentale”. Per questo per molta gente gustare una barretta a base di locuste polverizzate potrebbe essere molto meno traumatico che avere a che fare con insetti interi.
In conclusione, se in futuro sarà normale “stamparci” la cena con una stampante 3D rimane tutto da vedere. Una cosa però è certa: nel mondo dei bimbi e in quello dei “grandi” la presentazione di un cibo e il nome che gli diamo fanno decisamente la differenza.
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