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                      Studio shock sul cancro: succhi di frutta 100% rischiosi come bevande zuccherate?

                      Cancro succhi
                      Uno studio shock francese “suggerisce” un legame tra incidenza del cancro e consumo di bevande zuccherate, mettendo sullo stesso piano drink zuccherati e succhi di frutta al 100% senza zuccheri aggiunti. Lo studio pubblicato sul British Medical Journal, che si basa su un campione di oltre 100 mila francesi intervistati nel corso dell’ultimo decennio, rivelerebbe un’incidenza maggiore nei consumatori assidui di bevande zuccherate, succhi compresi. Gli stessi autori dello studio, pur riconoscendo che ulteriori ricerche sono necessarie per confermare la tendenza, evidenziano l’importanza delle politiche dirette ad una limitazione del consumo zuccherino nella popolazione occidentale. Immediata la reazione del “Comitato Succhi 100%”, che in una nota stampa in cui evidenzia alcune “debolezze metodologiche” dello studio sottolinea che “I succhi 100% frutta possono costituire un modo pratico per contribuire all’apporto quotidiano di frutta, giocando un ruolo positivo nell’ambito di una dieta completa e bilanciata, nel rispetto delle indicazioni dell’Oms”

                      Dalla Redazione

                      Cancro succhi

                      Un legame tra consumo di bevande zuccherate – succhi di frutta al 100% senza zuccheri aggiunti – e cancro sarebbe suggerito da uno studio francese

                      Che le bevande zuccherate non fossero nella lista dei prodotti che è bene consumare ogni giorno e in grandi quantità se si vuole vivere in salute lo si sa da tempo, ma che il consumo di succhi di frutta al 100% possa portare ad una maggior incidenza di cancro, ha colto molti di sorpresa. La notizia che in questi giorni si diffonde a macchia d’olio su social e siti di informazione nasce da uno studio francese appena pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal.

                      La ricerca – basata sui dati raccolti all’interno dello studio NutriNet-Santé che per un decennio ha indagato tramite questionari le abitudini alimentari di 101.257 adulti francesi, per il 79 per cento donne – mette in chiaro che, sebbene per il momento non sia possibile affermare con certezza che è lo zucchero a provocare il cancro, un legame tra zuccheri e insorgenza del cancro – e in particolare il cancro al seno – sarebbe “suggerito” dai dati raccolti. “Il consumo di bibite zuccherate è cresciuto molto negli ultimi decenni in tutto il mondo – scrivono i ricercatori – e il loro consumo è già stato messo in relazione a maggiori probabilità di sviluppare sovrappeso e obesità, un grande fattore di rischio per l’insorgenza di tumori. È inoltre stata ben documentata la relazione tra queste bevande e diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari. Questo studio aggiunge un dato nuovo: bere bevande zuccherate, inclusi i succhi di frutta 100%, può essere associato a un maggiore rischio di cancro”.

                      Come osservano gli autori dello studio nelle conclusioni, che riconoscono che sia necessario confermare i dati raccolti su scala maggiore, “Questi dati confermano l’importanza delle esistenti raccomandazioni nutrizionali per limitare il consumo di drink zuccherati compresi i succhi di frutta al 100%, così come l’importanza di iniziative politiche come la tassazione e le politiche di marketing mirate a limitarne il consumo, che potenzialmente possono contribuire a ridurre l’incidenza del cancro”.   

                      Insomma, lo studio intende evidenziare come lo zucchero – in tutte le sue forme, e quindi anche quello presente in succhi naturali e “senza zuccheri aggiunti” – può essere pericoloso perché potenzialmente collegato a rischi di obesità, quindi di cancro. Il fatto però di mettere sullo stesso piano prodotti tradizionalmente molto diversi tra loro non poteva che suscitare un certo allarme generale nell’industria dei trasformati.

                      Immediata la risposta del “Comitato Succhi 100%”, che in una nota stampa sottolinea come la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) abbia recentemente evidenziato l’ammissibilità del consumo di succhi 100% di frutta nell’ambito di una corretta alimentazione in quanto alternativa rispetto alle bevande zuccherate. Inoltre, si legge, “I succhi di frutta o succhi 100% frutta derivano dalla frutta spremuta e, per legge, non possono contenere zuccheri aggiunti, coloranti e conservanti; sono costituiti per il 90% da acqua, vitamine, sali minerali e fitocomposti e per il restante 10% da zuccheri naturali della frutta d’origine”. 

                      Nel caso dello studio francese – precisa il Comitato – si tratta di uno studio osservazionale, che “Non consente di determinare una relazione causa-effetto in maniera sistematica, come riconosciuto dagli stessi autori, e che la stima dei consumi è stata fatta sulla base di questionari auto-compilati e non attraverso controlli e verifiche: il rischio di una non corretta classificazione dei succhi 100% frutta rispetto al resto delle altre bevande consumate è molto elevata”. “Lo studio – si legge inoltre nella nota – riferisce che i succhi 100% frutta rappresentano il 45% delle bevande consumate, quelle con aggiunta di zucchero il 36%, le bibite con dolcificanti il 19%: dati che contraddicono gli andamenti europei sui consumi, dove le bevande zuccherate risultano essere maggiormente consumate rispetti i succhi 100% frutta”.

                      Ribadendo che i succhi di frutta 100% sono prodotti semplici, naturali, minimamente trasformati, che mantengono molte delle più importanti caratteristiche nutritive della frutta, che ne è la materia prima, il Comitato ricorda infine che “I succhi 100% frutta possono costituire un modo pratico per contribuire all’apporto quotidiano di frutta, giocando un ruolo positivo nell’ambito di una dieta completa e bilanciata, nel rispetto delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

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