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                      Causa coronavirus Cibus 2020 slitta dall’1 al 4 settembre

                      Come per il Vinitaly, Macfrut e molti altri eventi, arriva anche per Cibus lo slittamento a causa del coronavirus, nonostante gli annunci di conferma del 27 febbraio. Come fa sapere Fiera di Parma, il salone internazionale dell’agroalimentare italiano, che avrebbe dovuto tenersi come da tradizione nel mese di maggio – dall’11 al 14 – è stato spostato al 1-4 settembre 2020 a causa delle restrizioni sugli spostamenti aerei dovuti al virus. L’11 maggio è stato poi ufficializzato lo slittamento di Cibus all’anno prossimo. Si terrà dal 4 al 7 maggio 2021, sempre a Parma

                      Dalla Redazione

                      Cibus 2020

                      +++ AGGIORNATO 11/05/2020 +++

                      Cibus 2020, la più importante fiera dedicata ai prodotti alimentare italiani, è stato ufficialmente posticipato all’anno prossimo, dal 4 al 7 maggio 2021. Inizialmente, infatti era stato rimandato a fine estate, nonostante il primo ottimismo dimostrato da Fiere di Parma Spa: a fine febbraio, all’inizio dell’emergenza coronavirus, la società aveva confermato la manifestazione, così come la presenza di molti espositori e solo un leggero calo della presenza di alcuni top buyer internazionali. Ma il 9 marzo, Fiere di Parma ha fatto sapere – dopo qualche indiscrezione trapelata negli ultimi giorni – che Cibus 2020 non si terrà più a inizio maggio ma dall’1 al 4 settembre.

                      Lo slittamento si era reso necessario a causa della inaspettata evoluzione dell’emergenza coronavirus e, in particolare, della crescita dei blocchi aerei da e per l’Italia. Questa decisione è coerente con la scelta di Vinitaly di posporre la fiera nonché con il calendario fieristico internazionale, ed è stata portata all’attenzione anche del tavolo di crisi del Ministero degli Affari Esteri sul made in Italy. Fiere di Parma si è trovata di fronte all’esigenza e priorità di tutelare gli investimenti delle aziende espositrici e il cambio di data sarà decisivo per garantire il medesimo flusso di visitatori e buyers esteri da sempre offerto da Cibus all’aziende agroalimentari italiane.

                      Questo perché, a causa del coronavirus, sono molte le restrizioni sul traffico aereo che minerebbero la gran parte degli spostamenti. Il salone internazionale dell’agroalimentare si terrà così quasi 4 mesi dopo il previsto, nella speranza che covid-19, per allora, sarà solo un ricordo. Cibus resta comunque una possibilità unica per i professionisti del settore per scoprire il meglio dei prodotti alimentari made in Italy, partecipare a convegni, workshop e conoscere le ultime novità nell’area Cibus Innovation Corner.

                      “La situazione è precipitata negli ultimi giorni – ha dichiarato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – col moltiplicarsi dei divieti di diversi Paesi a viaggiare verso e dall’Italia. Tutto ciò ha reso le condizioni di contesto troppo instabili: una situazione che avrebbe potuto danneggiare Cibus e l’investimento dei nostri espositori nonché la reputazione di Parma nel suo anno da Capitale della Cultura. La collocazione a settembre è una scelta responsabile e strategica: Cibus si potrà presentare come l’appuntamento chiave dell’autunno per il mercato internazionale e per il Food Made in Italy. Di qui la decisione di posticipare. Nell’interesse di tutti”.

                      L’arrivo degli operatori commerciali è divenuto di colpo problematico non solo dall’Asia, cosa in parte prevedibile, ma anche dagli Stati Uniti e dal Nord Europa dove si è creato, nello spazio di giorni, un clima di forte preoccupazione relativamente ai viaggi in Italia.

                      “Abbiamo fatto il possibile per non arrivare alla decisione di rinviare Cibus –  ha sottolineato Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – ma l’incertezza e le preoccupazioni che ancora abbiamo nel nostro paese relativamente al persistere del coronavirus, che ha come conseguenza il pericolo di avere una presenza non adeguata di visitatori ed espositori, ci obbliga a rinviare a settembre”.

                      Nel quartiere fieristico di Parma, nel cuore della Food Valley, Cibus 2020 si presenta con una novità: dal 2021 diventerà un appuntamento annuale e non più biennale, andando in diretta competizione con TuttoFood di Milano (17-20 maggio). Fiere di Parma ha creduto molto nel progetto di annualizzazione per cui ha approntato un budget biennale di oltre 5 milioni di euro per l’incoming dei buyer in collaborazione con ITA/ICE e con la Regione Emilia-Romagna.

                      Nel frattempo il catalogo di Cibus diventa www.mybusiness.cibus.it per mettere a disposizione fin d’ora dei visitatori, e in generale degli utenti professionali i quali ora spendono molto più tempo online, un raffinato motore di ricerca che non solo contiene le informazioni a catalogo, ma, a breve, anche tutti i prodotti che le aziende pubblicano sui loro siti, i cui contenuti sono stati indicizzati e federati. Questo consentirà agli utenti registrati di effettuare ricerche approfondite e puntuali e quindi inviare direttamente richieste di fornitura o di contatto. Tutti i contenuti, anche quelli che le aziende non hanno tradotto, saranno editati in modalità multi lingue grazie allo specifico tool. Una evoluzione digitale dei servizi fieristici, dedicata esclusivamente agli espositori di Cibus e quindi al meglio del made in Italy alimentare, che, visto lo spostamento a settembre della manifestazione, contribuirà ancora di più alla riuscita dell’evento.

                      Si va così ad allungare la lista delle fiere ed eventi di primo piano posticipati a causa del coronavirus, dal rinvio del Vinitaly dal 14 al 17 giugno a ProWein di Dūsseldorf che si terrà addirittura nel marzo 2021, ad esempio (leggi qui). Anche Macfrut nella giornata di domenica 8 marzo è stato rimandato all’8-10 settembre (leggi qui).

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