L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Covid-19, crescita record per la spesa degli italiani nel primo trimestre: +7%

                      consumi

                      copyright: ANSA/Massimo Percossi

                      Dopo la timida crescita del 2019 (+0,4%), la spesa delle famiglie italiane per prodotti alimentari cresce in misura importante nel primo trimestre 2020: +7% su base annua. Si tratta della variazione più forte degli ultimi dieci anni ed è conseguenza del cambiamento di abitudini dovute alle restrizioni imposte per fronteggiare il diffondersi del coronavirus. A evidenziarlo gli ultimi dati del Panel Ismea Nielsen che mostrano un deciso balzo dei consumi delle famiglie nel mese di marzo (+18%), che ha dato slancio a tutto il trimestre. A riempire per il 19,4% il carrello degli italiani è l’ortofrutta: il comparto della frutta ha fatturato alla distribuzione il 6% in più rispetto al primo trimestre 2019, trainato da una crescente domanda per gli agrumi (+11%), mentre gli ortaggi sono cresciuti del 7,9%. Contrazione invece per la IV gamma (-1,9%). Per quanto riguarda i canali distributivi, i supermercati restano in testa con share del 41% e un trend positivo del 10%, 13% di share per i discount mentre gli ipermercati sono stati i più penalizzati a causa delle restrizioni

                      Dalla Redazione

                      Canali di vendita: quote e trend in valore 1° trimestre 2020 su 1° trimestre 2019

                      Le restrizioni messe in atto per contrastare il coronavirus hanno modificato la quotidianità degli italiani, e con essa le abitudini di acquisto. A sottolinearlo gli ultimi dati del Panel Ismea Nielsen sul primo trimestre del 2020 e che vedono un +7% di crescita di spesa su base annua dei prodotti alimentari delle famiglie italiane: si tratta della variazione più forte degli ultimi dieci anni ed è conseguenza del cambiamento di abitudini dovute alle restrizioni imposte per fronteggiare il diffondersi del coronavirus. + 18% dei consumi nel solo mese di marzo, cifra che ha dato slancio a tutto il trimestre.

                      A fare da traino i prodotti a Largo Consumo Confezionato (LCC, +9,7%), a cui si è maggiormente rivolta l’attenzione nelle prime settimane di emergenza, ma anche per i prodotti freschi sfusi la spesa inverte il trend e diventa positiva (+1,1%). Nel solo mese di marzo le vendite per i prodotti confezionati hanno registrato incrementi del 20% e quelle per i freschi sfusi del 9%.

                      La stagnazione dei consumi alimentari in casa, che sembrava essere diventato un fenomeno strutturale, è stata stravolta dall’arrivo del coronavirus. La chiusura quasi totale dei canali Horeca, la limitazione agli spostamenti e lo smart working hanno costretto gli italiani a consumare tutti i pasti in casa, innescando inevitabilmente un aumento della spesa per acquisti domestici e uno stravolgimento nelle abitudini di acquisto.

                      Si evidenzia – soprattutto nelle prime settimane del lockdown – una tendenza all’approvvigionamento di prodotti conservabili (pasta, riso, conserve di pesce, conserve di pomodoro, ecc.) per creare stock casalinghi. L’esigenza di fare la spesa con meno frequenza ha dirottato le scelte dai prodotti freschi a prodotti più conservabili.

                      Il comparto della frutta ha fatturato alla distribuzione il 6% in più rispetto al primo trimestre 2019, trainato da una crescente domanda per gli agrumi (che ne rappresentano il 28% del valore) per i quali le vendite sono aumentate dell’11% in valore. La frutta fresca ha mostrato trend differenziati che hanno privilegiato le mele piuttosto che le fragole penalizzate peraltro dall’assenza del canale Horeca sul quale avevano importante sbocco. Per la frutta a guscio prosegue il trend di crescita (+4%), seppur per la prima volta in due anni con moderazione rispetto alla media dell’intero settore agroalimentare (+7%). Tra i comparti meno dinamici in questo primo trimestre troviamo quello degli ortaggi freschi: infatti, anche se il trend generale per il comparto è molto positivo (+7,9%), va sottolineato che a sostenere la dinamica sono stati soprattutto i prodotti trasformati, tra cui emergono i prodotti a base di pomodoro con + 19,2%, grazie alla spinta per l’effetto scorte verificatasi per tutto il periodo di emergenza. Oltre che ad essere un prodotto da dispensa, la passata di pomodoro è anche uno degli ingredienti base per le preparazioni dei pasti in casa insieme a pasta, farina e mozzarella. Importante anche l’incremento apportato dal segmento dei surgelati che con un peso del 13% sul fatturato del comparto, ha segnato +8%.

                      consumi

                      ortofrutta: spesa in valore, quote e trend 1° trimestre 2020/ 1° trimestre 2019

                      In controtendenza le vendite e i consumi di ortaggi di IV° gamma (-1,9%), poco conservabili e di prezzo elevato, sono stati sostituiti con insalate fresche, ma soprattutto con patate, carote e cavolfiori, ortaggi con shelf life lunga e di prezzo contenuto. In particolare, per le patate la spesa è cresciuta nel trimestre del 15,5% su base annua.

                      consumi

                      In quest’ottica si spiega anche la penalizzazione all’interno dei reparti ortofrutta dei prodotti ad alta deperibilità, sostituiti con quelli a maggior grado di conservazione (arance, mele, patate e carote più che fragole, insalate e asparagi). Per alcune referenze si è registrata la sostituzione di prodotti freschi con surgelati (soprattutto ittici e pizze, ma anche ortaggi). La possibilità di stare tanto tempo a casa, la chiusura di forni e pasticcerie e forse anche l’intento di risparmiare o le ridotte disponibilità finanziarie che cominciano ad interessare molte famiglie, hanno favorito la preparazione di piatti “home made”: mai come in questo periodo si sono viste postate nel web foto di pane, pizze e dolci fatti in casa.

                      Non sono mancati nei carrelli però i comfort food, come creme spalmabili, patatine e cioccolata che hanno compensato le carenze di socialità. Nel complesso tutti i comparti in questo trimestre registrano incrementi di spesa che vanno dal 4% al 14%: sopra la media generale l’aumento delle vendite di uova (+14%), oli e derivati dei cereali (+8%). Crescite, anche se sotto la media, per i vini (+4,2%) e i prodotti ittici (+4,3), malgrado le conserve ittiche (tonno in scatola) abbiano rappresentato ad inizio emergenza uno dei prodotti più ricercati con incrementi settimanali delle vendite del 20%.

                      consumi

                      Canali di vendita: quote e trend in valore 1° trimestre 2020 su 1° trimestre 2019

                      Infine, i canali distributivi più gettonati dagli italiani in questo periodo sono stati i supermercati, con uno share del 41% e un trend positivo del 10%; di pari entità la crescita della spesa nei discount con uno share del 13%. Il quadro si è mostrato molto mutevole nell’arco delle settimane di marzo e dopo un iniziale orientamento quasi esclusivo verso la GDO si è registrato un successivo passaggio ai negozi di vicinato (anche fruttivendoli e macellerie) sia per l’introduzione di restrizioni agli spostamenti, sia perché talvolta ritenuti più sicuri di altri ambienti molto frequentati. Particolarmente penalizzati sono risultati, nel mese di marzo, gli ipermercati, spesso localizzati all’interno dei centri commerciali dove la chiusura di tutti gli altri negozi ha disincentivato ulteriormente i consumatori a recarvisi (solo + 1,2% le vendite complessive, con il dato di marzo in negativo). Si è così accentuata la crisi delle grandissime superfici e hanno preso vigore, con un effetto simile a quello dei vasi comunicanti, i piccoli esercizi di prossimità. La miglior performance durante le settimane di emergenza si è registrata infatti presso i punti vendita di ridotte dimensioni dove le vendite sono aumentate del 40% su base annua. Quasi azzerato il canale Cash and Carry, il cui principale sbocco era il canale Horeca. Sicuramente da evidenziare come novità nella scelta del canale di approvvigionamento, infine, il forte orientamento a utilizzare la spesa on line che ha vissuto in poche settimane crescite esponenziali mandando in tilt il sistema delle consegne (fino a +160% su base annua).

                      Copyright: Fruitbook Magazine