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                      Coldiretti: prezzo ortofrutta sale 40 volte l’inflazione? Basta allarmismi

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                      I banchi ortofrutta di un supermercato Esselunga (copyright: Fm)

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                      I banchi ortofrutta di un supermercato Esselunga (copyright: Fm)

                      di Eugenio Felice

                      Se cercate la parola ortofrutta in questi giorni su Google, nella sezione “Notizie”, vi appariranno decine di articoli dai titoli allarmanti che hanno a che fare con la voce prezzo: “Impennata dei prezzi per l’ortofrutta”, “Strani aumenti dei prezzi nell’ortofrutta”, “Speculazioni sui prezzi dell’ortofrutta”, “Sciacallaggio sui prezzi dell’ortofrutta”, “Denunciate chi gonfia i prezzi”. Con tanto di cifre: il 28 marzo 2020 il Codacons parla di rincari fino al 200%, il 16 aprile Coldiretti parla di aumenti che superano di 40 volte l’inflazione. C’è poi chi dà una versione dei fatti completamente differente, come Italmercati, che rappresenta i maggiori centri agroalimentari italiani, che dalle colonne del Corriere della Sera, il 1° aprile, parla di “Prezzi stabili per l’ortofrutta“. Anche i fruttivendoli, che sono l’anello successivo a quello dei grossisti, si difendono: “Non siamo speculatori“, si legge sempre nelle prime pagine della ricerca su Google Notizie di cui abbiamo detto. Praticamente l’associazione a difesa dei diritti dei consumatori (Codacons) e il sindacato dei coltivatori diretti (Coldiretti) parlano di rincari apparentemente folli, mentre il commercio tradizionale (grossisti + dettaglianti specializzati) afferma il contrario. Quindi dove sta la verità?

                      Silenzio invece da parte della grande distribuzione, che pare essere impermeabile a queste polemiche e parla tuttalpiù sui diversi social attraverso i commenti di alcuni suoi esponenti. Ad esempio un compratore ortofrutta per uno dei maggiori gruppi distributivi italiani commenta su Facebook: “Non diciamo stupidaggini. Sono del settore e i pochi aumenti sono dovuti solo alla mancanza del prodotto per fine o inizio stagione oltre ad eventuali danni climatologici. Nessuna speculazione. Apprezzate invece gli sforzi di chi lavora sempre e comunque per garantire servizio e assortimento. Tutti consumano le stesse cose che tra l’altro mancano, come arance e patate, e ovviamente come sarebbe successo anche senza quarantena i prezzi aumentano per la difficoltà di incontro tra domanda e offerta. La verità – sottolinea il compratore – è che 20 anni fa la frutta e la verdura costava quasi come oggi, mentre tutto il resto?” Il compratore quindi dà la corretta dimensione del problema: come abbiamo già scritto, la filiera ortofrutticola sta facendo grandi sacrifici, con aumento oggettivo dei costi che viene nei fatti assorbito per lo più dagli stessi produttori e dalla distribuzione, che sta facendo di tutto per calmierare i prezzi.

                      Scusate, potete comprare da Eurospin buste di insalata mista da 200 grammi già pronta da mettere in tavola a 79 centesimi e parliamo di speculazione? Chiaro che con le arance rosse siciliane siamo a fine stagione e ci vogliono attorno ai 3,00 euro al chilo per portarle a casa. Sempre che le troviate. Quello è il loro prezzo corretto, a metà aprile 2020, al consumatore finale. Ma cosa vuol dire poi, come sostiene Coldiretti, che il prezzo della frutta sale 40 volte l’inflazione? Nel comunicato lo spiega così: “Sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a marzo si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta rincari del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%”. Quindi parliamo di punte del 4%: sarebbe questo il “pericoloso segnale di allarme”? L’allarme lo crea a nostro avviso la Coldiretti con titoli inutilmente sensazionalistici. Sulle patate e cipolle che a marzo hanno visto vendite superiori del 300% il rincaro in un mercato che funziona sarebbe dovuto essere ben superiore al 4%. Che interesse ha poi il sindacato dei coltivatori diretti a creare allarmismo sull’ortofrutta prodotta dai suoi associati? Non si rischia l’effetto boomerang?

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