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                      Uk, debutta al ristorante la bistecca vegan “stampata in 3D” di Redefine Meat

                      La fake meat di Redefine Meat debutta al ristorante (Foto: Redefine Meat)

                      Redefine Meat, start-up israeliana che produce fake meat a base vegetale, porta per la prima volta in Europa, in alcuni ristoranti selezionati di Londra, Amsterdam e Berlino, le sue bistecche plant-based, vegan al 100% e prodotte tramite speciali stampanti 3D. A Londra è il ristorante del celebrity-chef Marco Pierre White a proporle nei suoi menu. Qui la “mission” è chiara: offrire l’esperienza di una vera bistecca di carne, senza i patemi d’animo oramai (quasi) inevitabili per il consumatore responsabile ed etico. Per un mercato in piena espansione, stimato a 140 miliardi di dollari entro il 2029

                      di Massimiliano Lollis

                      Redefine Meat

                      La fake meat di Redefine Meat debutta al ristorante (Foto: Redefine Meat)

                      Quello delle alternative vegetali alla carne – dalla fake meat agli hamburger plant-based più o meno realistici – è da tempo un trend in crescita. Una crescita spinta dalle nuove tendenze green e da scelte di consumo sempre più “etiche” (o presunte tali), che vogliono premiare prodotti maggiormente rispettosi dell’ambiente, delle risorse e del benessere animale. Ora, per la prima volta in Europa, le bistecche cruelty-free prodotte dalla start-up israeliana Redefine Meat (letteralmente “ridefinire la carne”, ndr) debuttano nei menu di ristoranti stellati a Londra, Amsterdam e Berlino.

                      Le bistecche e le diverse opzioni plant-based di Redefine Meat, finora disponibili in circa 150 ristoranti a Israele, rappresentano una novità poiché, stando a quanto annunciato dall’azienda che la produce, qui si sarebbe finalmente riusciti a riprodurre – tramite speciali stampanti 3D e l’impiego di ingredienti vegetali come soia, ceci, barbabietole, proteine di piselli e grasso di cocco – le fibre della carne animale e un gusto molto simile a quello della carne vera, sia essa di manzo, maiale o agnello a seconda delle opzioni richieste. 

                      Un risultato che pare un netto salto di qualità rispetto a quanto offerto finora dalle più innovative linee di hamburger di fake meat attualmente in commercio come Beyond Meat e Impossible Meat per citare alcuni dei brand più celebri (leggi qui), così come la carne coltivata in laboratorio di Mosa Meat e Aleph Farms (leggi qui): qui più che di un hamburger si promette di ricreare l’esperienza di una vera bistecca di carne, senza l’utilizzo di cellule animali e dei patemi d’animo oramai quasi inevitabili per il consumatore responsabile ed etico. “Redefine Meat – si legge sul sito dell’azienda – ha sviluppato un processo di stampa 3D per alimenti, in attesa di brevetto, che replica la consistenza, il sapore e l’esperienza alimentare della carne di manzo e di altri prodotti a base di carne di alto valore senza l’utilizzo di animali o prodotti animali. La nostra carne alternativa è il 95% più sostenibile, significativamente più sana e più economica della carne di manzo”.

                      Redefine Meat

                      Una delle speciali stampanti 3D con le quali vengono prodotte le bistecche di Redefine Meat (Foto: Redefine Meat)

                      Intanto a Londra il debutto di Redefine Meat è stato annunciato dal celebre chef Marco Pierre White che, nei suoi numerosi ristoranti stellati e steak house, ha ora inserito le preparazioni dell’azienda nei suoi menù, accanto alle tradizionali opzioni di origine animale, a un prezzo in linea con le altre portate (tra le 20 e le 30 sterline l’una). “Quando ho provato Redefine Meat per la prima volta – ha dichiarato il cuoco al Telegraph sono rimasto letteralmente folgorato. Il mondo ha bisogno di mangiare meno carne, ma la realtà è che fino ad ora i prodotti fake meat non avevano raggiunto la qualità e la versatilità necessarie per i nostri menu. Ora cambia tutto”.

                      Chi l’ha provata pare confermare le parole di White. Secondo una giornalista del Guardian, che ha provato alcun piatti dell’azienda israeliana in uno dei ristoranti londinesi di White, la somiglianza con la carne animale in quanto a consistenza e apparenza è stupefacente – la stampa 3D arriva perfino a ricreare la trama del grasso nelle fibre della bistecca -, anche se nel gusto si ravviserebbe una nota un po’ troppo dolce. Descrivendo però il piatto di “manzo vegetale”, la giornalista non ha dubbi: “La somiglianza con la carne, nella consistenza delle fibre, nel modo in cui si stacca, nella sensazione in bocca, è assolutamente straordinaria”.

                      Intanto le prospettive di Redefine Meat, che prevede di aprire cinque nuovi stabilimenti tra Israele, Europa, Stati Uniti e Asia nei prossimi anni, sono molto buone: avendo annunciato, lo scorso febbraio, di essersi assicurata finanziamenti per 35 milioni di dollari, la start-up può contare su un mercato che, pur vedendo la presenza di sempre più numerosi e agguerriti competitor, risulta in grande espansione. Secondo Barclays (citato da Reuters), le vendite del settore potrebbero raggiungere i 140 miliardi di dollari entro il 2029, circa il 10% del mercato della carne nel mondo.

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