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                      Sano e sostenibile: l’identikit del food nel 2018 per Waitrose e Whole Foods

                      Cosa ci aspetta nel futuro del retail alimentare? Alcune indicazioni preziose sono state diffuse dalle due catene di supermercati più cool del mondo anglosassone: Whole Foods Market e Waitrose, che hanno identificato i trend alimentari per il 2018. Ed è interessante il profilo del consumatore che ne emerge: attento a ciò che è sano, ricettivo nei confronti della cucina esotica, alla ricerca di trasparenza, sostenibilità e tecnologia e flessibile riguardo abitudini di consumo e di acquisto. Ecco cosa aspettarci da un anno più sano e trasparente che mai

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Quali saranno le tendenze nel retail alimentare nel 2018? Per farsene un’idea può essere utile consultare le previsioni elaborate, come di consueto in questo periodo, da due celebri catene di supermercati – la statunitense Whole Foods Market e la britannica Waitrose – che se da un lato possono apparire lontane dal quotidiano del consumatore medio italiano, dall’altro finiscono per esercitare un’influenza notevole sulle mode e sulle tendenze alimentari a livello planetario.

                       

                      Ma andiamo con ordine: secondo gli esperti di Whole Foods, erbe, estratti vegetali, fiori e gusti floreali saranno i protagonisti dell’anno che verrà. Bevande aromatizzate alle erbe, quindi, ma anche tisane e cocktail a base di fiori, come le tisane all’ibisco e i cocktail al sambuco. Spazio anche alle “super powders”, ovvero gli estratti in polvere di erbe o radici, ideali per smoothies salutari: te’ matcha e curcuma, ma anche kale e spirulina. Il vero novel food del 2018 saranno però i funghi, che nelle varietà riconosciute come salutari (reishi e criniera di leone, ad esempio) vengono utilizzati, oltre che nella cosmetica per shampoo e bagnoschiuma, anche come integratori alimentari, all’interno di bevande e smoothies. 

                       

                      La catena britannica nel suo “The Waitrose Food & Drink Report 2017-18” mette invece al primo posto il successo dei gusti esotici: dallo street food indiano – con prevalenza di cibo grigliato, sbollentato o affumicato – a quello giapponese, l’Asia è protagonista. Oltre le zuppe di miso e i noodles – già noti da tempo nel Regno Unito – si guarda ora con attenzione alle “tapas” in salsa nipponica. Piatti saporiti che combinano il fast food Usa con la tradizione dei celebri Izakaya, le osterie giapponesi dove si consumano piatti veloci e saporiti.

                       

                      Il boom dell’esotico viene previsto anche da Whole Foods, per cui i piatti mediorientali saranno sempre più popolari: non solo hummus, pita e falafel, ma anche i sapori più ricercati da tutto il Medio Oriente. Solo per citarne alcuni: salsa tunisina harissa, cardamomo e za’atar. Sulle tavole degli Usa imperverseranno anche i tacos messicani, rivisitati dagli chef con fantasia e con un’attenzione maggiore alle caratteristiche degli ingredienti.

                       

                      Per Whole Foods i piatti esotici saranno tra i protagonisti del 2018 (Foto da Whole Foods Market)

                      Per Whole Foods il consumatore sarà sempre più aperto alle novità, ma senza concedere nulla sul fronte della trasparenza. Al contrario, chiederà sempre più informazioni su origine, qualità del prodotto e certificazioni Fair TradeProprio perché consapevole e “green”, il consumatore ricerca gustose alternative alle proteine di origine animale: come nota Waitrose, tutti – dalle startup più piccole ai giganti del settore – sono alla ricerca di alimenti proteici alternativi, siano essi a base di legumi, soia o alghe.

                       

                      Whole Foods – che vende anche i burger vegetali Beyond Burgers, recentemente “supportati” da Leonardo DiCaprio (leggi qui) – crede che la tecnologia farà passi da gigante in questo ambito, e vede un 2018 radioso per il settore. La tecnologia permette anche di realizzare nuovi snack attraverso innovativi processi di produzione, come le chips di manioca, di piselli o a base di cavoletti di Bruxelles: l’importante è che siano “puffed and popped”, ovvero vaporosi e scoppiati, per una saporita pausa croccante.

                       

                      Le chips croccanti di verdure conquisteranno il 2018 (Foto: Whole Foods Market)

                      A cambiare però non sono solo i gusti dei consumatori, ma anche le loro abitudini, come Waitrose già osserva nei suoi consumatori alla fine di questo 2017. A partire dall’affermarsi del “quarto pasto”: che sia un’insalata a metà pomeriggio o un toast in tarda serata, questo mini-pasto si aggiunge alla tradizionale triade “colazione, pranzo e cena” per aiutarci ad affrontare giornate di lavoro sempre più intense. Con questa premessa, il supermercato di oggi non può che evolversi in questa direzione, diventando un hub onnicomprensivo in cui l’esperienza d’acquisto è centrale, ma dove fare la spesa è solo una delle diverse possibilità offerte.

                       

                      Insomma, oggi (e domani) si acquista meno, meglio e più frequentemente: il carrello si riempie forse una volta ogni tanto, ma la settimana è costellata di acquisti ridotti e frequenti, da fare con il cestino. La ragione è facilmente intuibile: il piccolo e frequente acquisto ci da la possibilità (o l’illusione) di esercitare un controllo sullo spreco e sulle finanze. E così il supermercato diventa una sorta di frigo personale, da aprire quando si ha fame.

                       

                      Si tratta indubbiamente di dati interessanti, ma dovremmo davvero prendere alla lettera queste indicazioni e convincerci che a distanza di qualche mese anche in Italia saremo tutti grandi consumatori di tacos e che faremo la spesa tre volte al giorno? Forse no, ma vale la pena ribadirlo: è probabile che alcune delle tendenze evidenziate dai due colossi si potranno facilmente realizzare anche nel nostro Paese, magari con qualche fisiologico ritardo. Il punto di vista delle due catene ci fornisce inoltre la fotografia esatta di un consumatore sempre più consapevole e globalizzato, in cui per molti versi non sarà affatto difficile riconoscersi.

                       

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